Un giudice di New York ha bloccato un’importante fusione di marchi di moda

Pare che anche le borse possano rivelarsi campo di battaglia. Un giudice federale di New York ha temporaneamente bloccato la fusione da 8,5 miliardi di dollari tra i colossi della moda Tapestry e Capri Holdings, che avrebbe riunito sotto lo stesso tetto marchi iconici come Coach, Kate Spade, Versace e Michael Kors. La giudice Jennifer L. Rochon ha ritenuto che l’unione dei due giganti avrebbe ridotto “sostanzialmente” il dinamismo nel settore del lusso accessibile. Un rischio – lo dice la sentenza – che gli americani potrebbero pagare caro.

L’azione legale della Federal Trade Commission (FTC), la commissione federale per il commercio capitanata da Lina Khan, si distingue per la sua unicità nel mondo della moda, solitamente caratterizzato da un mercato dinamico e competitivo. La FTC ha sostenuto che la fusione potrebbe portare a un incremento dei prezzi per i consumatori, limitando la competizione tra i marchi nella fascia “lusso accessibile”. Un settore, questo, che include borse prodotte principalmente in Asia, con prezzi d’ingresso intorno ai 100 dollari e una forte propensione agli sconti.

Tapestry, l’azienda madre di Coach e Kate Spade, non ha preso bene la sentenza e ha annunciato un appello, definendo il verdetto “deludente” e la lettura del mercato “errata”. Tapestry sostiene che il retail è un’arena in cui competere significa sopravvivere, e che l’operazione non farà altro che mantenere i consumatori fedeli al “lusso democratico”. Insomma, la società considera il blocco un’incomprensione delle dinamiche di mercato, mentre i critici della FTC ritengono che l’agenzia avrebbe potuto concentrare le proprie risorse su altri settori ritenuti più strategici.

La decisione della giudice Rochon potrebbe avere un impatto significativo sul mercato del lusso accessibile, che rappresenta una via d’accesso al lusso per molti consumatori. E se, secondo la giudice, un’eccessiva concentrazione di marchi potrebbe ridurre il potere di scelta dei consumatori, allora ben venga un mercato in cui anche le borse siano protette, un microcosmo di autonomia femminile e accessibilità.

Per molti analisti, come Neil Saunders di GlobalData, la decisione rappresenta un duro colpo per Tapestry e Capri Holdings, che puntavano alla fusione per affrontare una concorrenza sempre più agguerrita. E forse questo è solo l’inizio di una moda “antitrust”, una strana ossessione per la concorrenza nel mondo della moda, che si immaginava libero, volatile e capriccioso.

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