Minacciava attentato ad una sinagoga, condannato a dieci anni di carcere

Mercoledì, un uomo è stato condannato a dieci anni di carcere per possesso di armi con finalità di terrorismo. I fatti risalgono a due anni fa, quando Cristopher Brown, questo il nome, allora 21enne, pubblicava messaggi inquietanti sui social media, culminati con la minaccia di “sparare in una sinagoga.” Sei giorni dopo il primo post, Brown e un suo complice, Matthew Mahrer, furono arrestati alla Pennsylvania Station, segnalati alle autorità da un’organizzazione ebraica. Gli agenti trovarono nello zaino di Brown un coltello militare, una pistola con caricatore da 30 colpi, una fascia con svastica e un passamontagna.

La condanna è stata emessa dal giudice Gregory Carro presso la Corte Suprema dello Stato. Durante l’udienza, Brown, vestito con l’uniforme beige da detenuto e una kippah chiara, ha scelto di non rilasciare dichiarazioni. Secondo il procuratore distrettuale di Manhattan, Alvin Bragg, Brown era legato all’ideologia dell’“accelerazionismo,” che promuove l’idea di una guerra razziale. “Abbiamo sventato un grave rischio di terrorismo,” ha dichiarato Bragg, sottolineando come la presenza di armi e simboli nazisti in spazi pubblici fosse un chiaro segnale di intenzioni violente.

Le indagini hanno rivelato ulteriori dettagli. Nella casa di Long Island di Brown sono stati trovati vari libri riconducibili a movimenti di estrema destra, tra cui The Turner Diaries, un manifesto per suprematisti bianchi, oltre a bandiere naziste e delle SS. Gli investigatori hanno anche sequestrato una pistola e munizioni in un appartamento di Manhattan frequentato dai due uomini. Gli inquirenti hanno confermato che Brown aveva acquistato un’arma in Pennsylvania e che, poco prima dell’arresto, lui e Mahrer erano andati alla Cattedrale di St. Patrick per ricevere una “benedizione.”

L’arresto è stato possibile grazie alla rapida segnalazione della Community Security Initiative della UJA-Federation di New York, che monitora i social media alla ricerca di minacce. “Campanelli d’allarme sono scattati immediatamente,” ha raccontato Mitchell Silber, responsabile del team. Entro il pomeriggio di quel venerdì, la polizia aveva identificato Brown e inviato una sua foto agli agenti. Poco prima di mezzanotte, due ufficiali lo hanno individuato e arrestato alla Penn Station, mettendo fine a un piano potenzialmente letale.

Mentre Brown sconta la sua pena, la causa contro Mahrer, accusato di aver acquistato l’arma e di complicità, è ancora aperto.

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