Luigi Mangione, 26 anni, è stato formalmente incriminato per l’omicidio di Brian Thompson, CEO di UnitedHealthcare, colosso americano del settore delle assicurazioni sanitarie, brutalmente assassinato nel cuore di New York. L’accusa contro Mangione comprende 11 capi di imputazione, tra cui omicidio volontario di primo grado, possesso illecito di armi e falsificazione di documenti.
La gravità delle accuse deriva anche dall’ipotesi che si tratti di un omicidio premeditato a scopo terroristico, almeno secondo l’accusa: una circostanza rara che nello stato di New York porta all’applicazione dell’accusa di omicidio di primo grado. «è stato un omicidio spaventoso, ben pianificato e mirato, allo scopo di provocare shock, attenzione e intimidazione», ha dichiarato Alvin Bragg, procuratore distrettuale. Mangione rischia l’ergastolo senza possibilità di libertà condizionale.
Arrestato il 9 dicembre in Pennsylvania, Mangione è attualmente detenuto in attesa dell’udienza per l’estradizione, prevista per giovedì. Il suo legale ha confermato che non si opporrà al trasferimento nello stato di New York. Intanto, Fox News ha fatto sapere che nei due giorni precedenti alla cattura, grazie alle sinergie tra gli investigatori newyorkesi e quelli californiani, Mangione era stato riconosciuto da questi ultimi grazie alle immagini delle telecamere che lo avevano ritratto di sfuggita.
In seguito all’identificazione parziale, la polizia ha deciso di interrogare la madre di Mangione, che avrebbe riferito ai poliziotti di non riconoscere il figlio dalle immagini, ma che effettivamente l’omicidio del CEO di UnitedHealthcare era qualcosa che lei stessa si immaginava Mangione fosse in grado di compiere.
Il caso ha ovviamente sollevato un acceso dibattito mediatico e sui social network, alimentato dal malcontento popolare nei confronti delle assicurazioni sanitarie statunitensi. In molti hanno trasformato Mangione in una sorta di antieroe, un simbolo di protesta contro il sistema. Intanto, un recente sondaggio dell’Emerson College Polling ha rivelato che il 41% dei giovani, specialmente nella fascia di età 18-29, ritiene accettabile l’omicidio del CEO.
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