Banca, banca dei miei desideri, sei tu la più generosa del reame? In queste ore, sulla base delle prime 38 pagine formali della nuova manovra economica, il mainstream discute su questi 3 miliardi e mezzo che vengono da istituti bancari e assicurazioni e che serviranno, al momento, per misure a favore dei cittadini. Era ora che i più ricchi, diventati tali – oltretutto, non per bravura ma per la decisione della Bce di alzare il costo del denaro così come finora non era mai avvenuto nella breve storia dell’euro -, dessero ai più bisognosi.
Con il passare delle ore, però, i Robin Hood alla amatriciana si sono dovuti ricredere. È tecnicamente un anticipo fiscale che fra due anni anni il governo dovrà restituire. Imbroglio, grida addirittura l’opposizione, che però non ha mai spiegato dove avrebbe trovato i soldi per tutte le costose misure sociali che ha in mente. In Francia, Melenchon ha vinto le elezioni (non da solo) e ha aiutato Macron a liberarsi della Le Pen, ma Macron non l’ha ricambiato con il governo. Anche perché la sua finanziaria avrebbe mandato in malora i conti dello Stato.
Da noi la pragmatica Meloni e il ferreo Giorgetti i conti li hanno tenuti in ordine e le misure sociali che hanno assicurato sono quelle essenziali (un discorso a parte lo faremo per la sanità). Anche con i soldi delle banche. Che non sono nemiche, ha ricordato la Premier. Chiarito tutto, un solo mistero rimane: ma perché il ministro dell’Economia continua a chiamare sacrificio un sacrificio, quello delle banche, se poi quei soldi torneranno nelle loro tasche?
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