Il Pentagono ha inserito Tencent nella lista delle imprese militari cinesi operanti negli USA

Il Pentagono ha ufficialmente incluso Tencent, colosso cinese dei social media e dei videogiochi, nella lista delle imprese militari cinesi operanti negli Stati Uniti. La decisione, annunciata lunedì, rientra in un aggiornamento annuale che ora comprende 134 aziende. Tra i nuovi nomi spiccano anche il produttore di batterie CATL, il gigante della logistica COSCO, il produttore di chip Changxin Memory Technologies e il produttore di droni Autel Robotics. La decisione degli USA, ovviamente, complica ulteriormente i rapporti economici e commerciali tra le due potenze.

Le conseguenze non si sono fatte attendere: le azioni di Tencent hanno registrato un crollo del 10% negli Stati Uniti e ribassi significativi sui mercati asiatici. La società, dal canto suo, ha respinto con forza l’accusa, definendola “un errore evidente” e affermando che non è coinvolta in attività militari. Tencent ha inoltre assicurato che la decisione non influirà sulle sue operazioni e ha dichiarato di voler collaborare con il Dipartimento della Difesa per chiarire ogni malinteso.

L’inclusione nella lista delle imprese militari rappresenta un campanello d’allarme per le aziende statunitensi. La designazione infatti comporta potenziali rischi, come l’esclusione dai contratti futuri con il Pentagono per chi intrattiene rapporti commerciali con queste società. Il caso di CATL, ad esempio, è particolarmente significativo: la compagnia sta collaborando con Ford per la costruzione di una fabbrica di veicoli elettrici in Michigan, un progetto da 3,5 miliardi di dollari.

Le tensioni tra Washington e Pechino stanno crescendo da diversi anni a questa parte. Dall’amministrazione Trump fino a quella di Biden, gli Stati Uniti hanno intensificato le restrizioni contro le aziende cinesi, imponendo divieti su tecnologie a doppio uso – ovvero quei prodotti, specie in ambito tecnologico e software, che sebbene vengano venduti per utilizzo civile, potrebbero essere impiegati anche nel settore militare – e ampliando le liste nere. Pechino ha reagito con misure sempre più incisive, tra cui indagini su società americane come Nvidia e il blocco dell’esportazione di minerali rari fondamentali per l’industria tecnologica.

Mentre le tensioni economiche continuano ad aumentare, i tentativi di dialogo tra i due Paesi appaiono fragili. Durante un incontro virtuale, la segretaria al Tesoro Janet Yellen e il suo omologo cinese He Lifeng hanno espresso preoccupazioni sulle reciproche politiche economiche. Da un lato, gli Stati Uniti denunciano i danni provocati dalle politiche cinesi alle aziende americane; dall’altro, la Cina critica le restrizioni commerciali imposte da Washington. È un clima di diffidenza reciproca che rende sempre più complicata l’ipotesi di una distensione diplomatica tra le parti.

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