Un soffio di aria viziata accompagna l’arrivo dei treni nella metropolitana di New York, ma il problema va ben oltre il disagio olfattivo. Uno studio condotto dalla New York University ha rivelato che l’aria nelle banchine delle stazioni è contaminata da particelle di ferro microscopiche, generate dall’attrito tra freni, ruote e binari. Secondo i ricercatori, alcune stazioni registrano concentrazioni di queste particelle fino a 15 volte superiori ai limiti raccomandati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), con potenziali rischi per la salute dei pendolari.
Le stazioni di 168th Street e 181st Street sulla linea 1 risultano essere le più inquinate, con livelli tra 550 e 600 unità, rispetto al limite OMS di 15. Anche fermate più frequentate, come quella di 72nd Street, presentano livelli significativi, attestandosi a 233 unità. La scarsa ventilazione nelle stazioni più profonde è considerata una delle principali cause di queste concentrazioni elevate. Sebbene il 40% delle stazioni sia all’aperto e registri livelli inferiori, il quadro generale rimane preoccupante, soprattutto per le stazioni sotterranee.
La ricerca sottolinea che l’aria inquinata colpisce in modo sproporzionato i pendolari a basso reddito, in particolare gli ispanici e i neri, che spesso affrontano viaggi più lunghi con più trasferimenti. Nonostante gli effetti a lungo termine di queste particelle non siano del tutto noti, studi precedenti indicano che l’inalazione prolungata può consentire alle particelle di entrare nel flusso sanguigno, con possibili conseguenze per la salute respiratoria e cardiovascolare.
La Metropolitan Transportation Authority ha contestato lo studio, definendolo basato su dati superati e sottolineando i suoi sforzi per mantenere pulito il sistema metropolitano tramite treni aspirapolvere e lavaggi regolari. Ma i dati dicono altro, e mentre le autorità promuovono il trasporto pubblico come soluzione ecologica, gli esperti richiedono una maggiore attenzione alla qualità dell’aria per garantire che il sistema metropolitano non diventi un rischio per i suoi milioni di utenti quotidiani.
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