A quasi sessant’anni dall’assassinio di Malcolm X, la sua famiglia ha depositato una causa federale contro l’FBI, la CIA e il Dipartimento di Polizia di New York (NYPD), accusandoli di aver avuto un ruolo nella morte del leader dei diritti civili. Secondo la denuncia, le agenzie citate erano a conoscenza delle minacce contro Malcom X, ma non hanno fatto nulla per proteggerlo, avendo invece abbandonato il luogo del delitto poco prima dell’assassinio. Inoltre, sempre secondo la denuncia, nei giorni prima dell’omicidio, sempre le stesse agenzie avrebbero arrestato lo staff di sicurezza di Malcom X, esponendolo.
Ilyasah Shabazz, terza figlia di Malcolm X, ha dichiarato in conferenza stampa che lei e le sue sorelle hanno deciso di intraprendere questa battaglia legale per cercare giustizia e per assicurarsi che la verità venga riconosciuta. La causa, guidata dall’avvocato Ben Crump, chiede un risarcimento superiore ai 100 milioni di dollari per quello che definisce un “insabbiamento fraudolento” e una serie di azioni che avrebbero contribuito alla morte del padre delle ragazze. Le accuse includono la mancata trasparenza delle forze dell’ordine, che avrebbero trattenuto prove fondamentali e ostacolato l’identificazione dei veri colpevoli.
Malcolm X, figura centrale del movimento per i diritti civili, venne ucciso il 21 febbraio 1965 mentre teneva un discorso a Washington Heights, a Manhattan. Tre uomini furono arrestati e condannati per l’omicidio, ma due di loro — Muhammad A. Aziz e Khalil Islam — furono scagionati nel 2021 dopo oltre vent’anni di carcere. Un’indagine congiunta dell’ufficio del procuratore di Manhattan e degli avvocati di Aziz e Islam rivelò che la polizia e l’FBI avevano nascosto prove chiave, sollevando ulteriori dubbi sull’integrità delle indagini originali.
La denuncia sottolinea anche l’atmosfera di terrore in cui viveva la famiglia di Malcolm X nelle settimane precedenti alla sua morte. Pochi giorni prima dell’assassinio, un ordigno incendiario era stato lanciato nella loro casa nel Queens, esplodendo nella stanza delle quattro figlie piccole del leader. La causa punta dunque il dito contro le forze dell’ordine, accusandole di aver creato le condizioni che permisero agli assassini di agire indisturbati.
“Per decenni, la nostra famiglia ha vissuto nel dolore dell’ignoto,” ha dichiarato Ilyasah Shabazz. “Non sapevamo chi avesse ucciso nostro padre, né perché. Ora chiediamo giustizia e risposte.” Al momento, né il NYPD né l’FBI hanno rilasciato commenti sulla causa.
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