‘Sono un italiano, un italiano vero’ cantava Toto Cotugno. Qui Toto è diventato Jannik e Cotugno è diventato Sinner: qui nessuno canta ma si gioca a tennis con una melodia sublime di colpi. I capelli sono rosso-scozzese, l’origine alto atesina da una famiglia di madrelingua tedesca, la residenza è a Montecarlo e neanche un euro di tasse finisce nelle nostre casse.
Detto questo, Sinner è un italiano vero che vince a New York il prestigioso US Open davanti a un pubblico che tifava l’eroe di casa, Taylor Fritz, ma che lo ha rispettato e ha riconosciuto la sua classe superiore. Una classe immensa, potenza, pazienza, freddezza, invenzione. Un campione completo che guida una nuova generazione di fenomeni che sta facendo grande nel mondo il nostro tennis, di nuovo dopo tanti anni, quando Panatta sembrava ormai un bel ricordo – ma solo un ricordo – del Novecento.
Ma qui, in un portale che vuole raccontare oltreoceano l’Italia Paese complesso di oggi, Sinner ha un ruolo anche extrasportivo. È lui l’Italiano vero di oggi, quello che non ti aspetti, non solo genio e disordine, ma calma , squadra, preparazione, valori. Il primo pensiero ai microfoni per tutto il mondo è per la zia malata e forse segnata. Non si sa quanto tempo starà ancora con noi, per questo il tempo è prezioso, ha una qualità. Per questo le faccio questa dedica.
Che saggezza, che profondità a 23 anni. Noi, delusi dal pallone e dalla mancanza di eroi, ci riconosciamo in lui, straordinario e insieme ordinario esempio della faccia bella della nostra Luna nazionale.
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