Eh no, le dimissioni di Sangiuliano da ministro della Cultura non bastano. La signora Boccia continua la sua battaglia sui media, tradizionali ma soprattutto social. Va da Bianca Berlinguer su Rete 4 ma alla fine, all’ultimo, non va in studio. Polemiche a non finire e la conduttrice che, per rispondere alle polemiche, dice ciò che lei voleva dire e che Bianca non voleva che dicesse senza prove: ovvero che a bloccare la sua nomina al Ministero della Cultura fu Arianna Meloni, sorella della premier e responsabile di fatto di Fratelli d’Italia.
Poi, non contenta, Lady Boccia ora attacca e minaccia di nuovo sui social il Ministro dell’Agricoltura Lollobrigida, dicendo che non è vero che non si conoscevano e che c’era stata anche lì un inizio di collaborazione. Il Ministro chiarisce e si rivolge addirittura al potente Sottosegretario Fazzolari per dirimere la questione. Intanto i giornali di centro destra la attaccano pubblicando le prove che lei non insegnava all’Università di Napoli, ma lei dice che è una falsità, il Potere costringe l’ateneo a dire il falso.
Ecco, questo è il punto: tutta questa vicenda dove c’è dentro tutto, gossip, politica, deontologia istituzionale, linguaggio mediatico, si gioca sulla domanda delle domande di sempre: è vero o è falso? In questo noi latini abbiamo copiato tardi le regole del discorso pubblico anglosassone. Se un politico dice il falso su una love story non sarà più credibile quando parlerà alla nazione di economia o di missili. Gli esempi non mancano, Clinton su tutti all’epoca della relazione con Monica Lewinsky. La moglie Hillary lo ha perdonato delle bugie, gli americani no.
Se i nostri politici della prima e seconda Repubblica fossero stati sottoposti a quel criterio, le vittime sarebbero state molto di più che per Tangentopoli. Da noi si dice tutto e il contrario di tutto, tutti dimenticano. Internet invece, la Dea della nostra epoca, non conosce il diritto all’oblio e lì Lady Boccia prosegue il cammino della sua vendetta. Dove arriverà? Alle prossime puntate…
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