Nella cornice luminosa e vibrante di Los Angeles, dove si intrecciano innovazione, multiculturalismo e dinamiche economiche in rapido mutamento, Raffaella Valentini porta avanti il suo incarico di Console Generale d’Italia con un approccio concreto, moderno e profondamente umano. Intervenuta ai microfoni de ilNewyorkese nel podcast Ritratti, di Claudio Brachino la Console Valentini ha raccontato il suo percorso, la sua visione e le sfide di una circoscrizione consolare tra le più vaste e complesse degli Stati Uniti. Fin dalle prime battute, il tono della conversazione è definito dal suo entusiasmo: «Sto benissimo. Da Los Angeles vi saluto in una splendida giornata di sole… Sono davvero felice di essere con voi e di parlare di ciò che facciamo ogni giorno: contribuire ad abbattere i muri e ad avvicinare sempre di più Italia e Stati Uniti».
Descrivendo l’area in cui opera — California del Sud, Arizona, Nevada e New Mexico — la Console restituisce un quadro vivace e stratificato di questa parte d’America. «Il Sud della California e i tre Stati che seguo costituiscono una realtà dinamica, complessa, piena di opportunità», spiega, sottolineando come la narrazione collettiva legata a Los Angeles e Hollywood non riesca a rappresentare a pieno la ricchezza economica e sociale dell’intera circoscrizione. «È un’area di grande interesse sia per la comunità italiana già residente sia per gli italiani che guardano sempre più con attenzione a possibili investimenti e nuovi orizzonti professionali in questa parte degli Stati Uniti».
Il suo percorso, ricco di esperienze internazionali, aiuta a comprendere lo sguardo con cui affronta il ruolo attuale. Dalla formazione romana all’ingresso in carriera, nel 2003, passando per l’ incarico in Albania, nel 2008 — «un’esperienza bellissima, formativa» — e gli anni intensi in Egitto durante la seconda rivoluzione, fino al rientro momentaneo in Italia all’Ufficio del Consigliere Diplomatico della Presidenza del Consiglio, viaggiando con diversi presidenti e respirando da vicino la politica.
La Console Valentini delinea una carriera costruita attraverso contesti complessi, capaci di formare uno sguardo solido e flessibile: «Sono orgogliosa, da donna, di ricoprire un incarico di questa responsabilità», afferma, ricordando come la diplomazia richieda non solo preparazione, ma anche resilienza, equilibrio e capacità relazionali.
Nel 2023 l’arrivo a Los Angeles: «Ho scelto gli Stati Uniti: un’esperienza di vita e professionale che ritengo straordinaria. Ed eccomi qui».
La scelta di Los Angeles non è stata casuale. La Console Valentini l’ha vissuta come una sfida, un’opportunità di incidere in un territorio dove il “Sistema Italia” è forte ma ancora poco esplorato sul piano economico.
«Quando ne parlai con l’allora Ambasciatrice d’Italia negli Stati Uniti, Maria Angela Zappia, lei mi disse: “Vai a Los Angeles, c’è un Sistema Italia forte e affiatato. E c’è molto da fare”. Ed era vero. Questa parte degli Stati Uniti è meno battuta dalle imprese italiane rispetto alla East Coast o alla Silicon Valley. Ma ha enormi potenzialità: manifattura, aerospazio, innovazione tecnologica. Lo stesso vale per l’Arizona, oggi uno degli Stati più dinamici d’America, leader nel settore dei semiconduttori».
La sua missione è chiara: «Portare sempre più Italia qui, cambiare la narrativa, raccontare un Sud della California diverso da quello che tutti immaginano. Lavoriamo ogni giorno con l’Ufficio ICE, con l’Istituto Italiano di Cultura, con la Camera di Commercio Italia–USA e persino con un ufficio ENIT. Abbiamo creato una Guida Paese Smart, uno strumento digitale pensato proprio per orientare le aziende italiane verso le opportunità dell’Ovest americano. Qui le opportunità sono enormi, ma bisogna arrivare preparati: è un ambiente diverso dall’Est, con dinamiche e tempi molto più rapidi».
Secondo la Console ci sono almeno tre motivi che dovrebbero spingere gli imprenditori italiani a guardare a questa parte degli Stati Uniti: «Il primo è la visione. Qui si guarda sempre avanti. Il futuro è una categoria concreta, non uno slogan. E i tempi sono rapidissimi: progetti validi, se hanno qualità, trovano qui una strada più veloce.
Il secondo è la possibilità di accedere a spazi economici ancora poco esplorati dalle aziende italiane.
Il terzo riguarda un settore simbolico come la moda. «La street fashion a Los Angeles sta crescendo molto. Golden Goose è un esempio di come le aziende italiane, soprattutto medie e piccole, possano trovare qui un ambiente ideale per crescere».
Accanto alle aziende, il Consolato vive un rapporto costante con i cittadini. È qui che Valentini rivendica con orgoglio il cuore del suo lavoro: «Il nostro core business sono i servizi consolari… la nostra circoscrizione conta oltre 37 mila italiani iscritti, con una crescita costante del 5% l’anno».
Le sfide non mancano — dalle emergenze come gli incendi di Los Angeles ai casi delicati che richiedono un’azione diretta del Console — ma il legame con la comunità rimane centrale. Il rilascio dei passaporti “a vista”, ad esempio, è uno dei servizi più apprezzati, simbolo di un’amministrazione che cerca di essere vicina e funzionale in un territorio vastissimo. Con un team di alto livello che inorgoglisce la Console: «Ho una squadra straordinaria: da soli non si va da nessuna parte, e il loro lavoro è fondamentale».
Sul piano geopolitico e culturale, Valentini sottolinea come la relazione Italia–USA resti solida e alimentata da un sentimento diffuso di affetto verso il nostro paese. Tuttavia, insiste sulla necessità di completare l’immagine dell’Italia agli occhi degli americani: «Il nostro compito è raccontare un’Italia che è molto di più: innovazione, tecnologia, stabilità, opportunità d’investimento». Una narrazione che accanto alla bellezza e alla qualità della vita — elementi sempre presenti nell’immaginario americano — integri anche la nuova identità industriale e tecnologica dell’Italia contemporanea.
Verso la fine dell’intervista, emerge anche una nota più personale e intima sul suo rapporto con la carriera: «Mi sento realizzata e grata… Il mio sogno è semplice: continuare a divertirmi, a trovare soddisfazione, a conoscere culture nuove». Una dichiarazione d’amore verso il suo lavoro da diplomatica, che restituisce la misura di una Console che ha costruito il proprio percorso non solo attraverso i risultati raggiunti, ma grazie a una curiosità viva e alla passione per il servizio pubblico.
Chiude la conversazione con un saluto rivolto ai lettori de ilNewyorkese, che riassume lo spirito del suo mandato: «Noi siamo qui, pronti ad aiutare e servire. E speriamo di incontrarvi presto a Los Angeles!».
L’articolo La missione della Console Generale d’Italia a Los Angeles Raffaella Valentini: «Portare sempre più Italia qui, cambiare la narrativa» proviene da IlNewyorkese.





