È andata male. Ebbene sì, è andata male. Sicuramente per quelli che avevano allestito un bel weekend mainstream progressista e liberal: Salvini colpevole, il governo disumano con i poveri immigrati deportati in Albania e le star delle ONG in prima fila. Richard Gere da Fabio Fazio a Che tempo che fa sul Nove era, ovviamente, la ciliegina sulla torta.
Invece, cosa fanno questi magistrati? Si mettono ad applicare la legge, e non l’ideologia, e assolvono l’impresentabile – per loro, della cultura “cancel and woke” – leader della Lega dall’accusa di sequestro di persona.
Il povero, incanutito ex-bello Richard, che si era dichiarato anti-salviniano con un vezzo da festa estiva in barca sul Mediterraneo, ha dovuto parlare solo del suo ultimo film, Oh, Canada. Pare bellissimo, ma io a Natale, per tradizione popolare, vado a vedere Boldi e De Sica. Ormai panettoni separati: per metterli insieme devo saltare da una sala all’altra.
La verità è che gli endorsement dei vari Gere contano ormai un fico secco. L’avevo detto anche quando il vecchio De Niro era andato ad arringare la folla (che non c’era) sotto la sede del processo Trump, che ha stravinto anche grazie ai bolliti sul carrello di Hollywood.
Intanto Musk mette sempre più il muso negli affari europei. Forse era meglio che Fazio facesse un salto ad Atreju per capire un po’ meglio come gira il futuro.
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